Università, Si’. Qualcuno leggendo il titolo dell’articolo abbozzerà un sorriso pensando “Alessandro, finalmente…”.

Questa e’ stata la parola che, da un anno e mezzo a questa parte, mi sono sentito ripetere con insistenza delle persone a me vicine. A volte con un tono deluso, altre volte turbato o persino incuriosito.

Una semplice parola che solamente due anni fa mi aveva fatto sussultare, facendomi mettere in discussione la mia partenza per il Sud America.

Diciamo che i miei piani, da come avrete potuto capire leggendo qualche articolo di questo blog, erano ben diversi. L’universita’ era si’ un punto fisso, non l’avevo scartata a prescindere, ma doveva ancora aspettare.

Avevo un tale bisogno di fare altro, essere libero e decidere cosa fare della mia vita, che questo non poteva di certo rimanere inascoltato.

Nonostante la strada fosse gia’ stata apparentemente tracciata, un posto in un’università prestigiosa che era li’ pronto ad aspettarmi, avevo svoltato poco prima.  

Una sterzata drastica e repentina che di certo, inizialmente, aveva destato tutti nel panico ma che per me, invece, era sempre sembrata non solo necessaria ma anche di inestimabile valore.  

Dopo dodici mesi di viaggio attraverso tre continenti, otto nazioni e infiniti lavori avevo fatto ritorno a casa. Non mi sarei mai aspettato un ritorno del genere, quaranta ore di viaggio tra due treni e un traghetto, in una situazione surreale come la pandemia in corso.

L’estate, trascorsa a camminare zaino in spalla attraverso i sentieri di mezza Italia, mi aveva dato l’opportunità di svuotare la testa e riflettere.

L’università era rimasta un punto fermo, non rimaneva altro che decidere dove e cosa studiare.

Questa volta il destino, quel sistema che dall’alto e silenziosamente muove i fili della nostra vita, mi aveva indirizzato. La scelta era ricaduta su Relazioni Internazionali, un corso interessante e che fino a quel momento non avevo mai preso in considerazione.

Le tre universita’ per questo corso di studi erano: Milano, Bologna e Forli’. L’opzione apparentemente migliore era Milano, corso di studio in inglese e per di piu’ nella mia citta’. Il destino anche questa volta aveva preferito che mi allontanassi dalla strada piu’ facile. Il 10 settembre era arrivato l’esito del test per la statale di Milano, questa volta inaspettatamente non ero passato. Tanti, troppi iscritti al test per soli 40 posti.

Bologna o Forli’? Per decidere, complice un’altra folle avventura, avevo deciso di prendere la bici e partire da casa mia con direzione Emilia Romagna. Dopo tre giorni e quasi 400km percorsi, avevo visitato entrambe le citta’ e la scelta era ricaduta su Forli’, complice il corso di studi in inglese.

Nel giro di una settimana avevo iniziato i corsi, ero tornato a Forli’ in treno e dopo qualche ora dal mio arrivo avevo persino trovato una stanza. 

Chi l’avrebbe mai detto due anni fa che avrei rifiutato la Bocconi, sarei partito per un anno sabbatico e che l’anno successivo avrei iniziato a studiare all’Alma Mater Studiorum di Bologna a Forli’?

E’ proprio strana la vita.

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